Un anno fa ho avuto la fortuna di trascorrere un periodo nella penisola dello Yucatan (Mexico). Chi conosce il paese sa che dire “Messico” significa parlare di un area vastissima che richiede anche cinque ore di volo interno per trasferirsi da un capo all’altro del Paese. Il Messico è molte cose: mare caraibico, riviera maya, jungla, megalopoli, cenote e montagne.
Ciò che ricordo dello Yucatan è una natura incontrastata caratterizzata da colori mai visti qui da noi, una cultura completamente diversa dalla nostra in cui la morte è una benedizione, in cui la religione cattolica è radicata nello spirito della gente e fusa alla tradizione popolare. Mi ricordo una penisola caratterizzata da una struttura geologica simile a quella carsica in cui però non esistono fonti di acqua dolce di superficie e, in ogni caso, fonti di acqua potabile. Ricordo le grandi contraddizioni tra il lusso dei centri turistici ed il mondo reale della popolazione messicana. Ben il 46,5% della popolazione vive in situazioni di povertà tali da non permettere nemmeno l’acquisto dell’acqua potabile. Una famiglia messicana, infatti, spende in media 1.000-1.200 pesos in acqua potabile quanto un salario mensile è di circa 1.900 pesos. Una situazione che induce scelte alternative: mancando i soldi e l’acqua la popolazione si disseta con i soft drink, l’unica bevanda sempre disponibile e a basso costo. Sconvolgente l’immagine impressa nella memoria della mamma messicana che mette nel biberon al figlio di due anni CocaCola perché non ha soldi per comprare il latte.
Oggi il paese si aggiudica il primo posto al mondo per consumi di bibite zuccherate e gassate con 180 litri all’anno pro-capite. Non sorprende che il diabete sia diventato un problema nazionale causa di un numero di decessi sette volte maggiore delle 70 mila vittime del crimine organizzato. A ciò si aggiungono gravi effetti collaterali: obesità e sovrappeso colpiscono oltre due terzi della popolazione, con gravi conseguenze sulla sanità pubblica i cui costi sono aumentati in media del 130% .
…una situazione davvero allarmante che stride fortemente con le bellezze dei luoghi e la ricchezza culturale del Paese…