Recentemente l’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro ha pubblicato un articolo relativo alla correlazione diretta esistente tra la qualità della vita lavorativa di un individuo e la sua qualità di vita dopo il pensionamento.
La qualità della vita lavorativa ha un grande impatto sulla salute dei lavoratori dal momento che gran parte del nostro tempo è dedicato al lavoro. La possibilità di svolgere un lavoro soddisfacente, infatti, contribuisce a prevenire le malattie ed il deterioramento fisico o mentale, a garantire una buona capacità cognitiva e fisica, come pure a promuovere atteggiamenti positivi e attivi nei confronti della vita.
In quest’ottica l’impresa acquisisce ulteriori responsabilità che la Commissione europea
definisce “responsabilità sociale delle imprese (RSI)”. Nelle aziende si dovrebbero fare delle scelte oltre i meri obblighi normativi per investire meglio o di più nel capitale umano, nell’ambiente e nei rapporti con le altre parti interessate. Favorire in poche parole un elevato livello di benessere e soddisfazione dei lavoratori all’interno del luogo di lavoro.
Certo è che in questo periodo di crisi sarebbe bello per molti anche solo avere un posto di lavoro ed un azienda che investe sulla persona con il giusto contratto e busta paga. C’è quindi da preoccuparsi se adesso scopriamo che questo attuale disagio socio-economico sarà anche responsabile della qualità di vita da pensionati.
In ogni caso consiglio la lettura dell’intero articolo redatto dal centro di ricerca gerontologica dell’Università di Jyväskylä, Istitutofinlandese per la salute sul lavoro.